Un’adolescenza poco ordinaria passata tra Brasile, Argentina e Italia, un look originale, sei piercing e sette tatuaggi, una passione sfrenata per la musica ‘indie’, il cinema d’autore (il suo regista preferito è Lars Von Trier) e…il suo cane. Diletta Franceschetti è sicuramente una ragazza ‘alternativa’, a tratti lunatica ed egocentrica. Figlia di genitori separati, a 12 anni segue suo padre, console presso l’ambasciata italiana, a San Paolo prima e a Buenos Aires poi. “A San Paolo sono rimasta fino a 16 anni, poi ci siamo trasferiti a Buenos Aires, ma lì ho vissuto solo un anno, perché volevo tornare in Brasile e finire il liceo”.